Il pantheon degli antichi Celti

Articolo

Mark Cartwright
da , tradotto da Federica Lomoro
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Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo

Il pantheon degli antichi Celti comprendeva più di 400 divinità: ognuna di esse simboleggiava un aspetto del mondo o della vita, dai fiumi alla guerra. Con la sola eccezione, forse, di Lugh, gli dei celtici non erano venerati in tutta l’Europa dell’età del ferro, ma erano spesso limitati ad alcune specifiche regioni o territori. Un’altra difficoltà che s’incontra nell’esaminare il pantheon celtico è la carenza di fonti scritte prodotte dai Celti stessi; molto spesso un dio (deivos/deiva) è citato in una singola iscrizione giunta fino a noi. A complicare ulteriormente lo scenario, i Celti spesso attribuivano ai propri dei poteri e capacità in diversi ambiti, motivo per cui essi non possono essere facilmente categorizzati come, ad esempio, il greco Poseidone o il romano Marte. Tuttavia, andando ad unire fonti secondarie di autori classici, opere dei primi scrittori cristiani, manufatti celtici e ricerche archeologiche, possiamo ricostruire uno scenario plausibile di almeno alcune delle divinità che gli antichi Celti veneravano, un pantheon che lo storico celtico Proinsias MacCana descrisse come un “caos fertile”.

Le iscrizioni votive celtiche del periodo romano citano spesso un dio celtico con il suo equivalente romano, una pratica nota come interpretatio romana, e queste associazioni sono riportate nelle voci che seguono. Le voci sono generalmente limitate alle divinità maggiori, o a quelle rinvenute su diverse iscrizioni o su alcune di particolare rilevanza.

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Abnoba - una dea cacciatrice, venerata nella zona della Foresta Nera nella Germania sudorientale, a volte associata alla dea cacciatrice romana Diana. È citata in diverse iscrizioni votive in tutta la Germania del sud. Una statuetta in arenaria della dea è stata rinvenuta a Karlsruhe-Mühlburg, nella Germania sudorientale, dove è raffigurata con indosso un chitone greco e accompagnata da un cane da caccia che ha catturato una lepre.

Aeracura - dea venerata in alcune zone dell’impero romano, spesso associata al dio dell’oltretomba Dis Pater. Non abbiamo fonti scritte che ci diano altre informazioni su di lei.

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Agrona - dea associata al massacro in battaglia, venerata in Britannia.

Ahes - dea a cui si attribuiva la costruzione delle strade romane in Bretagna, considerata divinità protettrice delle strade.

Alator - identificato dai Romani come l’equivalente del loro dio della guerra Marte. Viene citato su un altare presso South Shields e su una lastra votiva a Barkway, entrambi in Inghilterra. La lastra raffigura il dio come un guerriero dotato di scudo, elmo e lancia.

Female Deity, Gundestrup Cauldron
Divinità femminile, calderone di Gundestrup
Xuan Che (CC BY)

Albiorix - il suo nome deriva probabilmente da Alba o Albu (Albion per i Romani), l’antico nome della Britannia. Equiparato a Marte, ne ritroviamo il nome su un’iscrizione rinvenuta a Sablet, in quella che oggi è la regione Languedoc della Francia.

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Alisonus (o Alisanos) - dio associato alle rocce o alle sporgenze rocciose, probabilmente connesso all’oppidum di Alesia in Gallia, o al fiume Alisos. È menzionato in iscrizioni votive su due piatti in bronzo rinvenuti nella Francia centro-orientale.

Amarcolitanus - il nome potrebbe significare “colui dalla vista lunga”, ed era identificato come Apollo dai Romani. Un’iscrizione votiva è stata ritrovata a Branges, nella Francia orientale.

Ancamna - dea citata come compagna degli dei Lenus e Smertrius in diverse iscrizioni.

Andarta - dea celtica il cui nome potrebbe derivare dalla parola celtica per l’orso. Sette iscrizioni votive che menzionano la dea sono sopravvissute a Die, nel sud della Francia.

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Andrasta - dea celtica conosciuta per una singola menzione dello scrittore romano Cassio Dione (c. 164 - c. 235 d.C.). Egli scrive che Budicca (m. 61 d.C.), regina degli Iceni in Britannia, invocò in suo aiuto la dea Andrasta durante una rivolta tribale nel 61 d.C. Alla dea venivano sacrificate delle lepri.

Anextlomarus - un dio il cui nome significa probabilmente “grande protettore”. Altro dio equiparato ad Apollo, è citato in iscrizioni provenienti dal nord della Britannia e della Francia. In una terza località, Aventicum (Avenches) in Svizzera, un’iscrizione riporta il nome nella forma Anextlomara.

Antenociticus (anche Anociticus o Antocidicus) - nome di un giovane dio venerato presso tre altari vicini al Vallo di Adriano, nella Britannia settentrionale. Nella stessa località furono ritrovate parti di una statua raffigurante Antenociticus, inclusa la testa, su cui i capelli erano rappresentati simili alle corna di un giovane cervo.

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Anu (anche Ana o Anann) - importante dea pre-cristiana d’Irlanda. Nel Glossario del vescovo Cormac, la dea viene menzionata come la madre di tutti gli dei irlandesi. Associata alla fertilità, Anu era venerata soprattutto nel Munster, anche se nella poesia epica l’intera Irlanda è alle volte descritta come la “Terra di Anu”.

Arduinna - dea-cinghiale associata alle montagne presso la foresta del Reno. Nelle iscrizioni votive viene associata dai Romani a Diana. Potrebbe essere lei la dea raffigurata su una statua in bronzo, mentre cavalca un cinghiale, di provenienza sconosciuta.

Arecurius - dio venerato nel nord-est dell’Inghilterra durante l’epoca romana, il cui nome significa “colui che si erge di fronte alla tribù”.

Arnemetia - nome di dea menzionato in un’iscrizione rinvenuta presso la fonte sacra vicino Buxton, Derbyshire, in Inghilterra, e in un’altra su un altare nel forte romano di Brough-on-Noe nella stessa contea. In quest’ultimo, il nome della dea è Arnomecte.

Artaius - un dio identificato dai Romani con Mercurio. Il suo nome potrebbe derivare dalla parola celtica per “orso”. Un’iscrizione che cita questo dio è a Beaucroissant, nel sud-est della Francia.

Artio - altra dea il cui nome deriva dalla parola celtica per “orso”. Un’iscrizione su una statuetta in bronzo alta 20 cm della dea è stata scoperta a Muri, presso Berna, in Svizzera. La dea è raffigurata seduta, mentre offre una ciotola di frutta ad un orso. Un’altra iscrizione che la menziona fu trovata vicino Trier, nella Germania occidentale.

Arvernorix - un dio identificato dai Romani con Mercurio, il cui nome si traduce come “Re degli Averni”, la tribù che viveva nella regione dell'Alvernia nella Francia centrale. Solo una iscrizione menziona il dio per nome, ritrovata vicino Miltenberg in Baviera, Germania.

Arvernus - altro dio identificato con Mercurio dai Romani, che potrebbe in effetti essere una variante di Arvernorix. Tuttavia, tutte le attestazioni scritte del culto di questo dio provengono dalle rive del fiume Reno in Germania.

Atepomarus - dio identificato dai Romani con Apollo. Lo troviamo in un’iscrizione votiva a Mauvières, nella Francia centrale.

Celtic God, Gundestrup Cauldron
Dio celtico, calderone di Gundestrup
Unknown Artist (Public Domain)

Atesmerius - dio venerato dalla tribù dei Meldi, nella regione della Marna inferiore, Francia nord-orientale. È stata rinvenuta un’iscrizione presso la capitale dei Meldi, Meaux, e un’altra a Poitiers (Francia occidentale) dove il dio è chiamato Adsmerius. Per complicare ulteriormente il nome di questa divinità, esiste un’iscrizione che cita una dea Atesmerta, dalla foresta di Corgebin nella regione della Marna.

Barrex (Barrecis) - dio identificato dai Romani con il loro dio Marte, il cui nome sopravvive in un’iscrizione a Carlisle, Inghilterra del nord.

Belatucadrus - dio attestato da un gran numero di iscrizioni nell’Inghilterra del nord, spesso identificato col dio romano della guerra, Marte. Il nome ha diverse varianti ortografiche in queste iscrizioni, forse a suggerire che fosse un dio molto venerato dalle classi inferiori (che avevano un livello di istruzione più basso).

Belenus (anche Belinus, Bel, Belus o Belinu) - uno degli dei maggiori, il cui nome probabilmente deriva dalle parole celtiche per “luce” o “splendere”, citato sia nella letteratura che in iscrizioni di ogni genere, tra cui una gemma incisa. Era conosciuto in molte zone dell’Europa celtica, ma soprattutto nel sud della Francia, nel nord Italia e nelle Alpi orientali. Un’alta concentrazione di iscrizioni che citano questo dio è stata trovata ad Aquileia, nel nord Italia. Identificato dai Romani con Apollo, era con ogni probabilità venerato come dio protettore dei Celti che vivevano nell’Italia nord-orientale. È anche menzionato in iscrizioni fino a Rimini e Roma, ed era associato alle sorgenti curative.

Belisama (anche Belesama o Belisma) - una dea associata ai laghi e ai fiumi, il cui nome significa “la luminosa” o “la più splendente”. Un’iscrizione votiva che nomina la dea è stata rinvenuta presso Orange, nel sud della Francia. L’iscrizione è in alfabeto greco, e descrive la dedica di un santuario a Belisama da parte di un certo Segomaros, un Gallo di Nîmes. I Romani spesso associavano questa dea a Minerva, ed il suo nome è all’origine di molti toponimi francesi.

Bergusia - una dea, probabilmente patrona dei mestieri, il cui nome viene citato in un’iscrizione ad Alesia, principale insediamento della tribù dei Mandubi nella Gallia orientale. È la consorte del dio Ucuetis.

Boand (anche Boann, Boin o Boinne) - una dea pre-cristiana che rappresentava il fiume Boyne nell’Irlanda orientale.

Bodb (anche Badb o Bave) - il nome, nel Ciclo Mitologico irlandese, sia del figlio del Dagda che di un demone femminile della guerra, che assume la forma di un corvo sul campo di battaglia.

Bodua - dea della guerra venerata in Gallia.

Bolvinnus - un dio identificato con Marte dai Romani, e citato in due iscrizioni votive a Bouhy nella Francia centrale.

Bormana - dea alle volte citata come consorte di Borvo.

Borvo (anche Bormo) - un dio il cui nome è derivato probabilmente dalla parola celtica che significa “bollire”, e dunque indica la sua frequente associazione con le sorgenti calde naturali. Iscrizioni votive sono state ritrovate presso due fonti, entrambe chiamate in onore del dio: Bourbon-Lancy e Bourbonne-les-Bains, rispettivamente nella Francia centrale e orientale. È citato anche in altre zone ma con diversa ortografia, ad esempio Bormanus e Bormana in altre parti della Francia, e Bormanicus in Portogallo. La sua consorte in molte iscrizioni è la dea Damona o Bormana. I Romani lo associavano ad Apollo.

Braciaca - dio menzionato in un’iscrizione votiva nell’Inghilterra centrale, che lo identifica con il dio romano Marte.

Mšecké Žehrovice Hero
Eroe di Mšecké Žehrovice
Miroslav Zachoval (CC BY)

Brigantia - dea il cui nome significa “la sublime”, che i Romani equiparavano alla dea Vittoria. Era venerata soprattutto nell’Inghilterra del nord, dove sono state rinvenute molte iscrizioni votive. Un’unica iscrizione equipara la dea a Caelestis, una dea africana, mentre un rilievo dalla Scozia del sud raffigura Brigantia con corona muraria e ali, elementi associati rispettivamente a Minerva e Vittoria. Potrebbe essere stata nota come Brigindo nella Gallia orientale.

Brigit - dea dell’Irlanda pre-cristiana, figlia del Dagda. Era venerata soprattutto dai poeti, ma le erano attribuite anche doti di guarigione, metallurgia e poesia. Molto probabilmente deriva dalla più antica dea britannica Brigantia.

Britovius - identificato dai Romani con Marte e menzionato in iscrizioni votive a Nîmes, Francia meridionale.

Brixia (o Bricta) - dea dell’Europa continentale, dal significato sconosciuto: potrebbe essere stata associata, in quanto consorte di Luxovius, all’acqua.

Budenicus - un dio che i Romani equiparavano a Marte; menzionato in una sola iscrizione votiva presso Uzès, Francia meridionale.

Bussumarus - un dio venerato nell’Europa continentale, che i Romani equiparavano al loro Giove.

Buxenus - un dio equiparato dai Romani a Marte, menzionato in una singola iscrizione vicino Velleron, Francia sudorientale.

Camulus - dio venerato in tutta l’Europa celtica, documentato da iscrizioni votive a Roma, Rheims in Francia, Br Hill in Scozia, Arlon nel Belgio meridionale, Rindern e Mainz in Germania occidentale. In molte iscrizioni viene identificato con il dio romano Marte. Una pietra incisa che porta il suo nome, rinvenuta a Rindern, è decorata con una corona di foglie di quercia, e nelle rappresentazioni di questo dio spesso lo troviamo con corna di montone. Diede il proprio nome alla romana Colchester - Camulodunum - nell’Inghilterra sudorientale.

Canomagus - dio dei segugi, citato insieme ad Apollo su un’iscrizione votiva a Nettleron Shrub, Inghilterra sudoccidentale.

Cathubodua - dea della guerra venerata in Gallia, menzionata in un’iscrizione a Haute Savoie, Francia orientale.

Caturix - dio il cui nome significa “re della battaglia”, identificato dai Romani con Marte. Iscrizioni che lo citano sono state trovate in tutta la Svizzera romana e a Böckingen, Germania meridionale.

Cernunnos, Nautae Parisiaci
Cernunnos, Nautae Parisiaci
ChrisO (CC BY-SA)

Cernunnos - dio cornuto che rappresentava la natura, la flora e la fauna, la fertilità e la prosperità. È spesso rappresentato nell’arte celtica in tutta Europa, oltre che nell’arte gallo-romana, con corna o palchi di cervo. Viene raffigurato in forma umana ma ha spesso zampe di animale e zoccoli; spesso è seduto a gambe incrociate. Il suo nome potrebbe derivare dalla parola celtica per “corno” o “palco”, ma questa tesi è dibattuta fra gli studiosi. Viene raffigurato e nominato sul Nautae Parisiaci (prima metà del I secolo d.C.), un pilastro votivo dedicato al dio romano Giove e scoperto sotto la cattedrale di Notre-Dame a Parigi. È anche celebre per essere raffigurato sul Calderone di Gundestrup (forse I secolo a.C.), dove indossa delle torques. È stato ispirazione per l’eroe culturale Conall Cernach nel Ciclo dell’Ulster, e forse una delle ispirazioni per le immagini di Satana nell’arte cristiana.

Cicollus - un dio il cui nome probabilmente significa “Grande Protettore”, identificato dai Romani con Marte. La sua consorte è spesso Litavis. Cicollus viene citato in iscrizioni su altari scoperte a Dijon, Mâlain, e Aignay-le-Duc, tutte nella Francia orientale. Il suo culto in altre zone è testimoniato da un cerchietto in metallo inciso rinvenuto a Windisch, nella Svizzera settentrionale.

Cissonius - un dio che i Romani identificavano con Mercurio. Il suo nome è stato rinvenuto in almeno dieci iscrizioni votive.

Cnabetius - un dio il cui nome potrebbe significare “lo storpio”. I Romani lo identificavano con Marte, e ci sono giunte iscrizioni provenienti da Hüttigweiler, Tholey, Wahlscheid nella Germania occidentale, e Erbstetten e Osteburken nella Germania meridionale.

Cocidius - un dio venerato nell’Inghilterra del nord, soprattutto da esponenti dell’esercito romano. Le iscrizioni lo identificano con il dio romano della guerra, Marte, con il dio romano dei boschi, Silvanus, e con il dio celtico Vernostonus (di cui non sappiamo nulla). Viene mostrato, in un rilievo su un altare, come un cacciatore accompagnato da un cane da caccia e un cervo, e come guerriero con lancia e scudo su due piastre votive in argento, tutte rinvenute in Inghilterra. Poteva avere corna o indossare un mantello con cappuccio.

Condatis - un dio il cui nome suggerisce la sua associazione con la confluenza di due fiumi. Molti insediamenti in Gallia costruiti in questi luoghi venivano chiamati Condates. Molte iscrizioni sopravvissute rivelano che era venerato nell’Inghilterra nordorientale, in particolare in santuari tra i fiumi Tyne e Tees. È identificato con il romano Marte.

Contrebus - un dio il cui nome significa “colui che vive tra noi”, citato in un’iscrizione nell’Inghilterra nordoccidentale.

Corotiacus - una singola iscrizione a Martlesham, Suffolk, Inghilterra, menziona questo dio, che i Romani associavano a Marte.

Cososus - identificato con il romano Marte, citato in un’iscrizione a Bourges, nella Francia centrale.

Coventina - dea che aveva un santuario a lei dedicato nei pressi del Vallo di Adriano. La dea è rappresentata come una ninfa delle acque che si china su una foglia, in una piastra votiva in rilievo proveniente dal suddetto sito. Un altro rilievo mostra tre ninfe, ognuna che regge un vaso da cui versa dell’acqua, una tipica rappresentazione triplice di divinità presente spesso nell’arte religiosa celtica. Altre offerte votive rinvenute presso il sito includono statuette di animali in bronzo, vasi in ceramica, e più di 14.000 monete, la maggior parte delle quali erano depositate in un pozzo, presumibilmente associato alla dea.

Gundestrup Cauldron
Calderone di Gundestrup
Xuan Che (CC BY)

Il Dagda - un dio celtico-irlandese, il cui nome è di solito preceduto dall’articolo determinativo. Il suo nome significa probabilmente “il dio buono”, nel senso di “dalle molte abilità”. I suoi attributi principali sono una grande clava, che può sia uccidere che riportare in vita, e un gigantesco calderone che può produrre una quantità inesauribile di cibo, soprattutto porridge. Nella mitologia irlandese, il Dagda compare come un capo-guerriero dai molti talenti, capo dei Tuatha Dé Danann, invasori dell’antica Irlanda che vinsero due battaglie contro gli abitanti dell’isola, la prima contro i Fir Bolg, la seconda contro i marinai Fomori. Il Dagda aveva un ruolo importante durante i festeggiamenti per Samhain, il 31 ottobre/1° novembre, quando si univa alla dea Mórrigan, garantendo così la prosperità per l’anno imminente.

Damona - una dea il cui nome potrebbe derivare dalla parola celtica per “mucca”. E’ la consorte del dio Borvo in molte iscrizioni dalla Gallia. In una singola iscrizione rinvenuta nel nordest della Francia, ella è consorte di un dio chiamato Albius. Un terzo compagno, Moritasgus, è identificato dal nome sui resti di una statua di Damona ad Alesia.

Danu (o Dana) - una dea-madre celtica che dà il nome, che significa “fiume” o “acque del cielo”, a diversi luoghi e al fiume Danubio.

Daron - una dea dalle caratteristiche incerte, venerata in Britannia e associata alla quercia.

Deva - nome romano di una dea venerata in Britannia, che diede il nome al fiume Dee nel nord del Galles e nell’Inghilterra sud-occidentale.

Dinomogetimarus - dio nominato (insieme a Divanno) in un’iscrizione a Saint-Pons nel sud della Francia. Era identificato col dio romano Marte.

Divanno - un dio menzionato (assieme a Dinomogetimarus) in un’iscrizione a Saint-Pons, Francia meridionale. Identificato col dio romano Marte.

Dumiatis - un dio il cui culto è indicato da una placca votiva in bronzo rinvenuta su un tempio collinare gallo-romano, vicino Clermont-Ferrand nella Francia centrale. Era identificato con Mercurio dai Romani.

Eochaid - un dio solare venerato nell’Irlanda pre-cristiana, associato al fulmine e ai cavalli.

Epona - importante dea il cui nome deriva dalla parola celtica per “cavallo”, di cui era ritenuta protettrice: il cavallo era un animale di grande importanza nella cultura celtica, assieme al mulo e all’asino. Epona era venerata in varie zone dell’Europa celtica, come attestano più di 60 iscrizioni votive rinvenute dalla penisola iberica fino ai Balcani. Molte immagini della dea sono giunte fino a noi, e la ritraggono tipicamente a cavallo (all’amazzone) o seduta su un trono, con in mano una ciotola o una cornucopia (“corno dell’abbondanza”), affiancata da un cavallo su ogni lato. È a volte accompagnata da un puledro, un uccello o un cane. Epona viene citata da molti scrittori romani del I e II secolo d.C., incluso Apuleio, che descrive una statua della dea agghindata con delle rose e posta in una stalla.

Epona
Epona
Rosemania (CC BY)

Ernmas - madre delle dee/demoni guerriere Bodb, Macha e Morrigan, nel Ciclo Mitologico irlandese. Il suo nome si riferisce all’idea della morte causata da armi.

Erriapus - un dio locale venerato nel sud della Gallia. Una scultura della testa del dio fu trovata nella regione della Garonna, in cui è circondato da fogliame.

Esus - un dio venerato in tutta la Gallia, menzionato solo in poche iscrizioni per nome, fra cui ricordiamo il Nautae Parisiaci del I secolo d.C., monumento votivo rinvenuto sotto la cattedrale Notre-Dame di Parigi. Sul monumento egli è raffigurato in rilievo come uomo barbuto accanto ad un albero; indossa gli indumenti di un artigiano e regge un falcetto con cui taglia i rami di un albero. Accanto a questa scena troviamo un toro e tre gru, che forse si riferiscono ad un mito in particolare che includeva Esus, che purtroppo è andato perduto. Esus viene menzionato dagli scrittori romani come destinatario di sacrifici umani, col particolare metodo di impiccare la vittima fino a quando gli arti non si fossero separati dal busto.

Fagus - dio associato alla betulla.

Gebrinius - un dio celtico che potrebbe avere origini germaniche. Iscrizioni che lo menzionano sono state trovate sotto la cattedrale di Bonn. Identificato dai Romani com Mercurio.

Genii Cucullati - misteriose divinità celtiche che non hanno un nome preciso, ma compaiono in gruppo o da soli, e indossano mantelli con cappuccio. Nelle rappresentazioni sono di solito affiancati ad un dio più conosciuto, mentre reggono un uovo o una pergamena.

Glanis - un dio delle fonti curative, venerato presso un santuario a Glanum nel sud della Gallia. Potrebbe essere stato parte di una triade di dei conosciuti come i Glanicae.

Grannus - un dio a cui si attribuivano poteri curativi, equiparato ad Apollo dai Romani. Viene spesso chiamato Apollo-Grannus su iscrizioni ritrovate nei Paesi Bassi, in Spagna, Germania, Francia e Ungheria. Aveva diversi santuari dedicati a lui in tutto il mondo celtico. Sua consorte era Sirona, e sono state trovate iscrizioni votive in cui ci si rivolgeva alle due divinità come coppia.

Icuana - dea associata al fiume Yonne, affluente della Senna. Viene nominata in un’iscrizione votiva, oggi perduta, risalente al periodo romano, ritrovata a Auxerre nella Francia centro-settentrionale.

Intarabus - un dio sconosciuto equiparato dai Romani a Marte. Iscrizioni che lo nominano sopravvivono a Trier (Germania occidentale) e Foy (Belgio).

Iovantucarus - dio il cui nome significa “colui che ama la gioventù” ed era quindi forse un protettore dei bambini o patrono degli adolescenti. Era identificato col dio romano Marte in molte iscrizioni a Trier, mentre con Mercurio in una nei pressi di Tholey, entrambe nella Germania occidentale. Insolitamente, è citato su un anello in argento proveniente da Heidenburg, sempre in Germania occidentale.

Latobius - un dio noto solo grazie alle iscrizioni, alcune delle quali provengono da Noricum (Austria), e grazie ai resti di una colossale statua.

Leherennus - forse un dio pre-celtico, di cui sopravvivono iscrizioni concentrate nella zona attorno Ardiège, Francia sud-occidentale. Equiparato dai Romani a Marte.

Lenus - un dio la cui venerazione è attestata da iscrizioni presso Trier, Caerwent (Galles meridionale) e Chedworth (Inghilterra sud-occidentale). Equiparato a Marte dai Romani. Un rilievo a Chedworth raffigura Lenus con lancia e ascia.

Leucetius (o Loucetius) - dio il cui nome significa “brillare”; iscrizioni che lo citano sono presenti nella Germania occidentale, presso Strasburgo nella Francia orientale, e a Bath nell’Inghilterra sud-occidentale. Associato dai Romani a Marte.

Litavis - dea il cui nome potrebbe significare “terra” o “vasta”. Molte iscrizioni votive sono state rinvenute nella Francia nord-orientale. Era la consorte di Cicollus ed è associata a Marte dai Romani.

Celtic Warrior Figurine
Statuetta di guerriero celtico
The British Museum (CC BY-NC-SA)

Lugus (o Lugos, Logos, Lugh) - dio celtico le cui associazioni rimasero oscure fino all’epoca medievale, quando le fonti fecero luce su di lui. Lugh diede il suo nome a molti luoghi come Lugdunum, la moderna Lione nella Francia sudorientale. Potrebbe essere lui il dio che Giulio Cesare descrive come il dio supremo dei Celti, ma non tutti gli studiosi sono d’accordo su questo punto. Rappresenta il sole e la luce, ed era considerato onnisciente e onniveggente. Nella mitologia più tarda diviene un grande guerriero, eroe nazionale irlandese a cui viene spesso associato l’epiteto di Lugh Lámfada (o Lámfhota), “dal lungo braccio” o “dalla lunga mano”, riferito alla sua destrezza nel lancio delle armi, oppure Lugh Samildánach, “esperto in molte arti e mestieri”. Egli conduce i Tuatha Dé Danann alla vittoria contro i Fomori durante la Battaglia di Mag Tuired, ed uccide Balor dall’unico occhio con la sua lancia magica (o con la fionda), instaurando un regno di pace e prosperità che durerà 40 anni.

Luxovius - un dio acquatico venerato a Luxeuil, nella Francia orientale, presso una fonte naturale. La sua consorte è Brixia.

Macha - Una dea/demone della guerra, sorella (o aspetto molteplice) della Mórrigan e di Bodb, anch’esse dee/demoni della guerra nel Ciclo Mitologico irlandese. Figlia del Dagda.

Maponus (o Maponas) - dio il cui nome significa “figlio” o “bambino”. Viene menzionato in iscrizioni votive nell’Inghilterra del nord, e sulla famosa tavoletta di piombo di Chamalières nella Francia centrale. Identificato con Apollo dai Romani, durante l’epoca romana viene raffigurato, proprio come Apollo, con una lira, venendo dunque associato alla musica e alla poesia.

Matrona - dea-madre associata con il fiume Marna e citata in iscrizioni votive nella Gallia nord-orientale.

Matronae (o Matres, Martrae) - una triade di dee-madri venerate in tutta l’Europa centrale celtica, tipicamente raffigurata come un trio di divinità che reggono oggetti come fiori, cesti di frutta e spighe di grano, oppure con in braccio bambini, tutte immagini che riportano all’associazione con la fertilità e l’abbondanza.

Matunus - dio il cui nome deriva dalla parola celtica per l’orso. Viene citato in un’unica iscrizione nell’Inghilterra settentrionale.

Medb (o Maeve) - forse un’antica dea della sovranità, che divenne nota nella mitologia irlandese più tarda come moglie di Ailill, re del Connacht nel Ciclo dell’Ulster.

Medocius - dio menzionato su un’iscrizione a Colchester, Inghilterra sud-orientale. I Romani lo equiparano al loro dio della guerra, Marte.

Moccus - dio il cui nome è forse derivato dalla parola celtica per “maiale”. Viene citato su un’iscrizione a Langres, Francia nord-orientale, e forse era il dio protettore dei cacciatori di cinghiali. I Romani lo associavano al loro Mercurio.

Mogetius - dio citato in iscrizioni presso Bourges e Seggau, rispettivamente nella Francia centrale e in Austria. Ha diverse varianti come Mogons, Mountos e Mogtus; i Romani lo associavano a Marte.

Moltinus - alcune iscrizioni che citano questo dio provengono da Mâcon, nella Francia orientale, e su una tavoletta a scopo di maledizione ad Innsbruck, Austria. Il suo nome è in qualche modo collegato agli ovini, in particolare al montone.

Moritasgus - dio citato in due iscrizioni ad Alesia, nella Francia orientale. Su una statua, giuntaci danneggiata, nello stesso oppidum viene identificato come il consorte di Damona. I Romani associavano Moritasgus al loro Apollo.

Triad of Deities, Cleveland Walk Plaque
Triade di divinità, tavoletta dalla Cleveland Walk
Mary Harrsch (CC BY-NC-SA)

La Mórrigan - dea-guerriera il cui nome significa probabilmente “signora degli incubi”. Sue sorelle sono le dee-demoni della guerra Bodb e Macha, e il trio è a volte citato come la Mórrigna. Aveva un ruolo importante durante le celebrazioni di Samhain, il 31 ottobre/1° novembre, quando si univa al dio guerriero Dagda garantendo così fertilità e prosperità all’anno che iniziava. La Mórrigan è presente soprattutto nella mitologia irlandese più tarda, dove la vediamo fallire ripetutamente nei suoi tentativi di sedurre l’eroe Cú Chulainn. Qui la vediamo più spesso associata all’incitamento alla battaglia, dove scatenava la furia dei guerrieri e dispensava morte. La dea ha un aspetto terribile, ma è anche molto seducente ed è associata alla fertilità, nonostante la sua natura distruttiva sul campo di battaglia, dove compare spesso in forma di corvo.

Mullo - dio il cui nome suggerisce un’associazione con le colline o con i muli. Iscrizioni che lo menzionano sono sopravvissute a Craon, Nantes, Rennes e Allones, tutte nella Gallia nord-occidentale. Aveva probabilmente un ruolo come dio guaritore, soprattutto per le malattie degli occhi.

Nabelcus - dio citato in diverse iscrizioni a Saint-Didier, Francia sud-orientale. Associato dai Romani al dio Marte.

Nantosuelta - dea venerata nella Gallia romana, menzionata in diverse iscrizioni e raffigurata come donna che regge uno scettro, sulla cui sommità spicca una casa in miniatura. Era probabilmente collegata alla casa e al focolare domestico. Viene a volte citata come la consorte di Sucellus.

Nehalennia - dea venerata sulle coste dell’Inghilterra affacciate sul Mare del Nord, e nei Paesi Bassi. Viene spesso rappresentata come giovane donna che indossa un corto mantello, seduta, che regge un cesto di frutta; molto spesso è accompagnata da un cane.

Neít - dio pre-cristiano della guerra, venerato in Irlanda. La sua consorte è Nemain.

Nemain - dea pre-cristiana della guerra, venerata in Irlanda. Si riteneva che confondesse i guerrieri sul campo di battaglia; è la consorte di Neít.

Nemetona - dea il cui nome deriva dal termine celtico per il bosco sacro (nemeton). Iscrizioni votive che citano la dea sono state rinvenute in Inghilterra e in Germania, alcune delle quali la indicano come compagna di Marte. La dea aveva templi a lei dedicati presso Klein-Winternheim e Trier, entrambi nella Germania orientale.

Nodons (anche Nodens o Nudens) - dio il cui nome potrebbe significare “pescatore-cacciatore”. Due iscrizione votive nell’Inghilterra orientale (ad oggi perdute) citavano questo dio. Altre iscrizioni sopravvivono presso Lydney Park, nell’Inghilterra sud-orientale. Era associato alla guarigione e ai cani. I Romani equiparavano Nodons al loro dio Marte.

Noreia - dea venerata nell’Austria meridionale e nella Slovenia settentrionale.

Ocelus - dio venerato nel Galles meridionale e nell’Inghilterra nord-occidentale, come attestano le iscrizioni sopravvissute. I Romani lo associavano a Marte.

Ogmios - dio menzionato in due tavolette in piombo con maledizioni, rinvenute a Bregenz in Austria orientale. Era probabilmente associato all’Oltretomba, anche se l’autore siriano del II secolo d.C. Luciano di Samosata lo equipara ad Ercole. Luciano scrive di aver visto una statua di Ogmios in Gallia, dove il dio era rappresentato come uomo anziano dalla pelle scura, con in mano una clava e indosso una pelle di leone. Curiosamente, questa statua era accompagnata da figurine antropomorfe realizzate in ambra che indossavano catene, che erano attaccate alla lingua e alle orecchie di Ercole. Alla domanda su cosa questo rappresentasse, i Galli risposero che la figura rappresentava l’eloquenza. Questa virtù era associata a Hermes/Mercurio dai Greci e dai Romani, ma è da notare che nella mitologia irlandese più tarda, l’invenzione della scrittura è attribuita proprio ad un personaggio di nome Ogma.

Olloudius - iscrizioni votive che menzionano questo dio sono state rinvenute nell’Inghilterra sud-occidentale e nella Francia meridionale. In una statuetta dal sud dell’Inghilterra il dio è raffigurato con cappello e mantello mentre regge un piatto di offerte e una cornucopia (corno dell’abbondanza), entrambi a suggerire che fosse associato con la guarigione, la fertilità e la prosperità. Era identificato con Marte dai Romani.

Rhenus - nome classico del fiume Reno, che i Celti forse chiamavano Rēnos. Il fiume era forse considerato un “padre” da quelle genti che vivevano presso le sue rive, ipotesi suggerita da un’iscrizione su un altare a Strasburgo che recita RHENO PATRI. Inoltre, il poeta romano Properzio (c.50 - c.15 a.C.) descrive un principe celtico del III secolo a.C. chiamato Viridomarus, che si definiva discendente del Reno.

Celtic Heads Sculpture, Entremont
Scultura celtica di teste, Entremont
Michel Wal (CC BY-SA)

Robur - un dio associato alla quercia.

Rosmerta - dea il cui nome implica un ruolo protettivo, associata alla maternità e alla fertilità. I suoi attributi comuni sono la cornucopia (corno dell’abbondanza) e una patera (ciotola sacrificale). Rosmerta era venerata nel nordest della Gallia. Suo compagno in alcune iscrizioni è Mercurio, cosa che spiega come mai la dea in alcune immagini sia raffigurata mentre regge il bastone del dio, il caduceo.

Rudianus - un dio venerato nel sudest della Francia, come attestato dalle iscrizioni votive. I Romani lo identificavano con il loro dio della guerra Marte.

Rudiobus - dio menzionato in un’unica iscrizione votiva, sulla base di una statua equestre proveniente da Neuvy-en-Sullias nella Francia centrale.

Segomo - dio associato ai cavalli venerato soprattutto dai Sequani, tribù della Gallia centro-orientale, come attestano numerose iscrizioni votive. I Romani lo identificavano con Marte.

Sequana - dea guaritrice che condivide il nome con quello che i Celti usavano per indicare il fiume Senna. La dea aveva un importante santuario alla sorgente della Senna, presso Dijon, dove sono state rinvenute molte offerte votive, tra cui oltre 200 sculture in legno. I ritrovamenti includono anche una statuetta in bronzo della dea in piedi su una barca, con le braccia spalancate. Il suo santuario fu ampliato in epoca romana.

Sirona (o Dirona) - dea il cui nome significa “stella”, era venerata in varie località in Francia, Germania e Austria, spesso presso sorgenti guaritrici. Sirona è spesso rappresentata come una donna in una lunga veste, che regge dell’uva, uova o una spiga di grano, ed era dunque associata alla fertilità. Ella è la compagna più frequente di Apollo secondo i Celti, ma può anche essere identificata come la consorte di Grannus.

Smertius (o Smertrios) - dio il cui nome suggerisce un’associazione con la protezione e la provvidenza. Compare, sia come nome che come rilievo, sul Nautae Parisiaci, una colonna votiva del I secolo d.C. rinvenuta sotto la cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Sulla colonna è raffigurato come uomo barbuto, che sorregge una clava e la coda di un serpente, che egli si appresta a colpire.

Souconna - dea che rappresenta la personificazione del fiume Saône nella Francia orientale; è citata in diverse iscrizioni votive in questa regione.

Sucellus (o Succelus, Sucaelus) - dio il cui nome potrebbe significare “colui che ben colpisce”. Era venerato in tutta l’Europa continentale celtica, come attestano le iscrizioni votive. La sua consorte è a volte indicata come Nantosuelta, in particolare su un altare inciso a Sarrebourg, Francia orientale. Questo altare mostra un rilievo delle due divinità in cui Sucellus è barbuto, regge uno scettro e indossa una corta tunica e stivali. Accanto al dio c’è un vaso tondeggiante. Lo scettro è particolare, essendo lungo e avendo sulla sommità quello che sembra essere un martello. Molte altre raffigurazioni del dio includono anche questo scettro-martello, ed egli ha spesso un cane come compagno.

Suleviae - gruppo di dee sorelle celtiche, che erano venerate in Britannia, Germania e Roma (dove risiedevano molti mercenari celti). Il trio era probabilmente interpretato come protettivo e associato alla rigenerazione.

Sulis - dea principalmente conosciuta (ma non solo) per la sorgente curativa nominata in suo onore, le Aquae Sulis a Bath, Inghilterra, dove aveva anche un importante tempio a lei dedicato. Sulis viene nominata su molti altari votivi e su tavolette con maledizioni, così come presso la stele tombale di uno dei suoi sacerdoti. I Romani la identificavano con Minerva.

Sutugius - forse un dio pre-celtico, viene menzionato in iscrizioni presso Saint-Placard, Francia sud-occidentale. I Romani lo equiparavano a Marte.

Taranis - dio identificato con il cielo ed il tuono, come suggerisce il suo nome, ed era dunque associato a Giove dai Romani. Il poeta romano del I secolo d.C. Lucano notava che le vittime sacrificali offerte a Taranis venivano bruciate in una vasca di legno. Il dio è citato in iscrizioni votive in cui il suo nome viene riportato come Taranucus o Taranucnus.

Tarvos Trigaranus - dio il cui nome si traduce con “il toro con tre gru”. È sia raffigurato che menzionato sul monumento votivo del I secolo d.C. Nautae Parisiaci, scoperto sotto la cattedrale di Notre-Dame di Parigi. In armonia col suo nome, il dio è raffigurato come un toro vicino ad un albero, con tre gru sulle sue spalle. L’immagine si riferisce probabilmente a un mito popolare connesso al dio, oggi perduto. Una stele presso Trier, Germania occidentale, mostra anch’essa un toro con tre uccelli, ad indicare che questo mito era diffuso in tutto il mondo celtico. Il mito potrebbe anche essere stato connesso al dio Esus.

Celtic Turoe Stone
Pietra celtica di Turoe
Dirk Huth (CC BY-SA)

Teutates (o Toutates) - dio il cui nome potrebbe derivare dal termine per “dio della tribù” o “padre della tribù”; è menzionato in iscrizioni votive in Britannia, Austria e a Roma. Il poeta romano del I secolo d.C. Lucano notava che le vittime sacrificate a Teutates venivano annegate a testa in avanti in una vasca piena d’acqua. I Romani lo equiparavano al loro dio Marte.

Toutiorix - dio il cui nome potrebbe significare “re del gruppo tribale”. Un’iscrizione votiva che lo menziona è sopravvissuta presso Wiesbaden, Germania orientale. I Romani lo associavano ad Apollo.

Ucuetis - dio menzionato in un’iscrizione votiva presso Alesia, Francia nord-orientale. Raffigurazioni di Ucuetis che regge un martello potrebbero indicare che fosse protettore degli artigiani. Sua consorte è Bergusia, secondo un’iscrizione ritrovata sul monte Auxois ad Alesia.

Verbeia - dea venerata soprattutto nell’Inghilterra nord-orientale, dove sono stati rinvenuti un altare in arenaria e un rilievo, entrambi presso il forte romano di Ilkley. Il rilievo raffigura la dea che regge un serpente in ciascuna mano.

Vernostonus - dio identificato in un’iscrizione con Cocidius, che era venerato nell’Inghilterra settentrionale e sembra fosse molto popolare soprattutto fra i soldati romani.

Veteris (o Vitris, Vitiris) - dio citato in un gran numero di iscrizioni votive nel nord dell’Inghilterra.

Vindonnus - dio citato in diverse iscrizioni ritrovate presso Essarois, nel nord-est della Francia. Placche votive spesso mostrano degli occhi, dunque forse poteva essere connesso alle cure per le malattie degli occhi. Era equiparato dai Romani ad Apollo, anch’egli un dio guaritore.

Visucius - dio venerato in tutta la Gallia, come indicano iscrizioni da Bordeaux e dal nord-est della Francia, fino ai paesi del Benelux. I Romani lo equiparavano a Mercurio.

Vorocius - dio il cui nome potrebbe derivare da Voroux nella Francia centrale. Un’iscrizione votiva che lo nomina è stata rinvenuta presso Vichy e indica che i Romani lo associavano al loro Marte.

Vosegus - dio citato in diverse iscrizioni votive giunte sino a noi, ed è inoltre il nome della regione boscosa nella Francia orientale dove viveva la tribù dei Vosgi; è raffigurato mentre sorregge un maialino e porta in mano noci e pigne.

Info traduttore

Federica Lomoro
Linguista e traduttrice, Federica è laureata in cinese e giapponese. Dalla Città Eterna all'Estremo Oriente, è sempre pronta a scoprire qualcosa di nuovo sulle antiche civiltà e sul modo in cui hanno plasmato il mondo in cui oggi viviamo.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2021, marzo 19). Il pantheon degli antichi Celti [The Ancient Celtic Pantheon]. (F. Lomoro, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1715/il-pantheon-degli-antichi-celti/

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Cartwright, Mark. "Il pantheon degli antichi Celti." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 19, 2021. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1715/il-pantheon-degli-antichi-celti/.

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Cartwright, Mark. "Il pantheon degli antichi Celti." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 19 mar 2021. Web. 27 apr 2024.